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Fabi Livorno, i bancari: “Rischio crollo soffitti e presenza amianto in luoghi lavoro”

LIVORNO – Rischio crollo soffitti, locali con presenza di amianto e malfunzionamento sistemi di riscaldamento e climatizzazione nei luoghi di lavoro.

E’ la denuncia di Fabi Livorno, Federazione autonoma bancari italiani, associazione dei sindacati autonomi bancari d’Italia.

Fabi Livorno, coordinatrice provinciale Marina Baule, rende noto che nel corso dell’ultimo direttivo “sono emerse fra le altre tematiche, varie criticità comuni a diversi istituti”.

“Alcuni dirigenti segnalano che tuttora diverse UO evidenziano serie
problematiche di ordine strutturale e ambientale che mettono a rischio la
salute stessa dei lavoratori. Nello specifico vengono riportate casistiche di
rischio alluvione e crollo soffitti, locali con presenza di amianto e
malfunzionamento sistemi di riscaldamento e climatizzazione.
Sarebbe interessante proporre alle aziende bancarie di stanziare fondi adeguati
alla riqualificazione e manutenzione dei luoghi di lavoro, per la tutela del
benessere psico-fisico dei lavoratori e della clientela”.

Prosegue Fabi Livorno: “La maggior parte dei dirigenti lamenta concrete difficoltà di reperimento della normativa aziendale vigente al fine di verificare la correttezza dell’operatività da seguire. Questa problematica è aggravata da vari fattori tra cui la
sovrapposizione di troppe fonti normative su singoli argomenti, dalla eccessiva
e continua produzione di nuove circolari, dalla mancata chiarezza espositiva e
fruibilità delle stesse nonché dall’inadeguatezza degli strumenti informatici
relativi.
Questa situazione assume cruciale rilevanza non soltanto perché rende
difficoltosa l’operatività quotidiana del lavoratore, ma anche perché lo espone
a gravi rischi operativi e sanzioni disciplinari, rendendolo meno consapevole e
più facilmente assoggettabile alle pressioni commerciali.
I dirigenti sono unanimi nel sottolineare che la quotidianità lavorativa è inoltre
resa sempre più insostenibile anche dalla coesistenza di ulteriori fattori oltre a
quelli su esposti, tra cui la carenza di organico, i ritmi e i carichi di lavoro, le
continue riunioni commerciali nonché le varie incombenze amministrative”.

Quindi: “Si rileva inoltre su alcune primarie banche la pratica di testare in incognito il
comportamento dei colleghi davanti a mail e telefonate ingannevoli, volte a
valutare l’attenzione dei lavoratori a questi pericoli.
E’ sorto il dubbio che tali pratiche possano avere oltre che alla finalità di
salvaguardare l’azienda, soprattutto ai fini della privacy, anche di un controllo
sull’operatività del collega.
Tutto ciò porta ad alti livelli di stress e senso di inadeguatezza con conseguenze
negative sulla salute mentale degli addetti”.

CINZIA GORLA

© Riproduzione riservata

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