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Nuovo tipo di diabete giovanile scoperto in Africa, la conferma che cambia la storia in un maxi studio

(Adnkronos) – Una nuova forma di diabete è stata scoperta nell’Africa subsahariana nei bambini e nei giovani. Lo studio che l’ha portata alla luce, definito come il più ampio del genere mai condotto nella regione, mette in discussione le conoscenze attuali sul diabete giovanile e le terapie per curarlo: 2 persone su 3 coinvolte nella ricerca, alle quali è stato diagnosticato il diabete di tipo 1, in realtà soffrono di una malattia diversa. In altre parole, al momento stanno ricevendo cure che potrebbero essere sbagliate o non ottimali per controllare la loro condizione. I risultati, destinati a cambiare la storia della medicina, sono pubblicati su ‘The Lancet Diabetes & Endocrinology’. Il lavoro è finanziato dal National Institute for Health and Care Research (Nihr) britannico, condotto da scienziati dell’università di Yaoundé (Camerun), dell’Mrc/Uvri – Unità di ricerca Uganda della London School of Hygiene and Tropical Medicine, dell’università del Witwatersrand (Sudafrica) e dell’università di Exeter (Uk).  Più di 9 milioni di persone nel mondo sono affette dal diabete di tipo 1, una malattia cronica in cui il sistema immunitario attacca e distrugge le cellule del pancreas che producono insulina, ricordano gli autori. Questo ormone controlla la glicemia e i pazienti devono iniettarselo a vita per sopperire alla carenza ed evitare complicazioni gravi o addirittura mortali. In alcune aree dell’Africa i medici sospettavano da tempo che alcuni bambini con diagnosi di diabete 1 non corrispondessero esattamente al profilo standard del ‘paziente tipo’. Ad esempio, racconta Jean Claude Katte dell’università di Exeter e dell’Exeter Nihr Biomedical Research Centre, “ci siamo sempre chiesti perché molti giovani a cui è stato diagnosticato il diabete 1 riescano a sopravvivere senza insulina, almeno per un certo periodo”. Nel classico diabete 1 “è una cosa insolita”. Ora “questi nuovi risultati confermano il nostro sospetto di lunga data”.  Lo studio, denominato Yoda (Young-Onset Diabetes in Sub-Saharan Africa), ha coinvolto quasi 900 partecipanti in Camerun, Uganda e Sudafrica. A tutti era stato diagnosticato il diabete di tipo 1 prima dei 30 anni. Gli scienziati hanno dimostrato che “circa il 65% non aveva gli anticorpi tipicamente presenti nel diabete autoimmune”, quelli che indicano un auto-attacco del sistema immunitario contro il pancreas, “né prove di predisposizione genetica al diabete 1”. Inoltre, “questi pazienti non presentavano caratteristiche compatibili con altre forme note di diabete, come il diabete di tipo 2 e il diabete correlato alla malnutrizione”. Sembrano dunque soffrire di “un nuovo sottotipo non autoimmune” di diabete, “non incluso nelle attuali classificazioni globali”.  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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