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Unicredit-Bpm, Puglisi: “Orcel troverà un compromesso con il governo, ecco perché”

(Adnkronos) – Unicredit troverà la quadra con il governo su Banco Bpm. Lo spiega in un’intervista all’Adnkronos Riccardo Puglisi, professore ordinario di scienza delle finanze all’Università degli Studi di Pavia. “Non vedo la necessità di contese, la situazione geopolitica è già abbastanza complicata. Gli strappi non sono necessari”, dice il professore. Ieri Andrea Orcel, numero uno di Unicredit, ha dichiarato l’avvio di un dialogo con l’esecutivo, un modo per fare chiarezza sulle prescrizioni. “Non mi straccio certo le vesti se il governo interviene con il golden power”, dice Puglisi. “Ma alla fine penso che si arrivi a un compromesso: l’aggregazione tra banche è necessaria”.Il gioco dell’Opa prosegue senza interruzioni, sono sei operazioni in corso, ma il professore dice che “è proprio l’offerta di Unicredit su Bpm ad avere maggiore probabilità di successo”.  Il risiko bancario è un grande processo di aggregazione che punta a “realizzare tutti i benefici che derivano dalle economie di scala”. Alla domanda se ci saranno vincitori e vinti, Puglisi risponde che a rischiare maggiormente sono i manager delle società target: “Sono quelli che perdono il posto se la fusione va in porto”, dice. Discorso diverso per i lavoratori: “Rischiano meno nel breve termine, ma vanno considerati i trend di lungo periodo. Non sono fenomeni connessi al risiko ma alla digitalizzazione: meno sportelli, meno personale, ma anche nuove competenze richieste”, sintetizza l’economista. I piccoli azionisti sono quelli che (forse) possono uscire con qualche soldo più in tasca: “Possono guadagnare dalle grandi fusioni in corso in due modi: dividendi più alti, se l’aggregazione genera utili; Capital gain (aumento del valore delle azioni), se il nuovo soggetto ha una strategia efficace. Ma non è garantito nulla: tutto dipende dall’effettiva capacità del nuovo management di creare valore”, dice il professore.  Quella in corso, secondo Puglisi, è un riassestamento di sistema che va oltre al conflitto Roma-Milano: “Io credo, da economista liberale, che se le quotazioni di un certo soggetto in qualsiasi impresa, anche bancaria, sono deludenti o per sbandamenti della borsa oppure perché dal punto di vista della bottom line, cioè degli utili, la banca non va così bene e allora c’è spazio perché qualcuno arrivi e cerchi di fare takeover”, dice. “Io sono molto laico su questa cosa, nel senso è diritto di chi lancia l’opa provare a prendersi la banca ed è diritto degli altri difendersi”. (di Andrea Persili) —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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