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Turismo: Lalli, ‘visione romantica, in Italia i fondi sono arrivati ma grandi gruppi spaventati mancano’

(Adnkronos) – In Italia mancano i grandi fondi che investono nel turismo e la finanza si tiene alla larga scoraggiata dalle pastoie burocratiche che bloccano spesso gli investimenti e le strategie dei grandi gruppi internazionali. A lanciare l’allarme è Marina Lalli, presidente di Federturismo in un’intervista all’Adnkronos. ”E’ un nostro problema. Mancano I grandi gruppi. Finora c’ stata in qualche modo una visione un po’ romantica del turismo italiano, dove ogni luogo aveva una sua differenza, un suo perchè; ci differenziava, e quindi in qualche modo, fare vacanza da noi diventava sempre un’esperienza unica, non standardizzata come spesso avviene nei grandi luoghi, sempre tutti uguali, che da un lato ti danno la garanzia di sapere dove vai, dall’altra però rendono meno unica la tua esperienza”. Cosa succede oggi con la moltiplicazione delle scelte turistiche e i differenti modi di fare turismo? ”Adesso questa visione romantica viene un pochino meno, perché per il turismo così come è diventato, cioè globale, bisogna saper intercettare i flussi ovunque. Chiaramente una piccola struttura o un imprenditore singolo, piccolino, fanno più fatica a farsi notare. Questo diventa un problema e quindi sì i grandi gruppi ci mancano. Cioè noi oggi non abbiamo una grande presenza di fondi, esistono certo, sono arrivati soprattutto col Covid, quando tante strutture hanno iniziato a essere in crisi e quindi ad ascoltare le proposte dei grandi gruppi. Però i grandi gruppi sono spaventati”. Cosa frena i grandi gruppi da puntare una fiche sulla meta Italia? ”La burocrazia, che in Italia è molto complicata. Nel momento in cui investo non ho assolutamente capacità di stimare i tempi del ritorno del mio investimento perché so che incontrerò una serie di problemi burocratici, ad esempio sui terreni. Ovviamente un investimento turistico non lo si va a fare nella zona industriale, lo si fa generalmente in posti particolarmente belli, quindi parliamo di valutazione di impatto ambientale, belle arti, di tutta una serie di situazioni che creano problemi”. Come sta andando il turismo in questi primi mesi dell’anno? ”Il 2025 è iniziato un pochino a rilento, cioè noi normalmente calcoliamo il periodo invernale, quindi prendiamo dicembre aggiungendoci i primi tre mesi, fino a marzo. E da quello che stiamo vedendo, questo periodo invernale si chiuderà con il segno meno e questa volta al contrario del 2024, sono mancati gli stranieri”. Quali sono i problemi e le questioni che zavorrano il settore? ”Le cose che mancano sono tante. Ci manca un sistema di trasporto uniforme su tutto il territorio. Alla fine quelle che sono le nostre zone più conosciute sono anche quelle più facilmente raggiungibili e invece ci sono tante altre aree del paese comunque molto meritevoli. Abbiamo veramente tutti i turismi che generalmente chi viaggia cerca e quindi noi dobbiamo imparare a potenziarli e a potenziarli in quelle zone che ancora non abbiamo seriamente messo sul mercato”. Cosa danneggia quella che per il nostro Paese sembra una miniera d’oro mai completamente sfruttata? ”Quello che danneggia ancora oggi è per esempio la nostra lungaggine, la nostra burocrazia nel rimetterci a nuovo per andare a intercettare le esigenze dei turisti che viaggiano. Siamo molto lenti a fare qualunque tipo di rinnovo che possa essere un insegnamento turistico, una ristrutturazione di di luoghi turistici ma anche situazioni come per esempio aggiornamenti digitali. Siamo molto lenti rispetto ad altre nazioni e questo per noi. È un problema”. —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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