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Sesso, brindisi e aspettative: cosa resta del mito di Capodanno

Capodanno è una notte che chiede sempre qualcosa in più. Più allegria, più promesse, più aspettative. Anche sul piano privato. Non serve che venga detto apertamente: la fine dell’anno porta con sé l’idea che quello che succede dopo la mezzanotte abbia un valore speciale, come se potesse influenzare il ritmo dei mesi successivi. Vale per molti aspetti della vita quotidiana. Vale anche per l’intimità.

Negli ultimi anni questa convinzione ha smesso di vivere solo nel sentito dire. Le tracce lasciate dai comportamenti, online e offline, permettono di osservare cosa accade davvero attorno al 31 dicembre. Il quadro che emerge è meno solenne di quanto suggerisca l’immaginario, ma più interessante: non una notte che cambia il corso delle cose, bensì una parentesi in cui alcune dinamiche diventano più visibili.

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La notte più lunga dell’anno (almeno per qualcuno)

Capodanno ha una caratteristica semplice e decisiva: il giorno dopo pesa meno. È una delle poche notti dell’anno in cui gli orari saltano senza troppe conseguenze e la routine viene messa tra parentesi. Questo allentamento incide sui comportamenti più di qualsiasi suggestione simbolica. Quando il tempo si libera, alcune scelte diventano più facili.

La ricerca lo intercetta attraverso indicatori indiretti ma consolidati. Lo studio pubblicato su Scientific Reports dal gruppo di ricerca dell’Indiana University ha analizzato l’andamento delle ricerche online legate al sesso e alla riproduzione in oltre 130 Paesi, utilizzando Google Trends e dati dai social network. L’analisi mostra aumenti ricorrenti dell’interesse durante le grandi festività collettive, compreso il periodo tra Natale e Capodanno.

Il dato interessante è che questo aumento non segue le stagioni climatiche. Si registra anche nell’emisfero sud, dove dicembre coincide con l’estate. Il calendario sociale conta più del meteo. Quando il tempo si dilata e le regole quotidiane si allentano, l’attenzione verso l’intimità cresce. Non perché il desiderio cambi natura, ma perché trova meno ostacoli pratici. Capodanno, in questo senso, non inventa nulla: rende più accessibile ciò che durante l’anno resta spesso rimandato.

Perché a Capodanno succede più che a Natale

Trattare tutte le feste come se fossero uguali semplifica, ma non aiuta a capire. Natale e Capodanno producono effetti diversi e i dati lo mostrano con una certa coerenza. Le analisi basate su dati dichiarati dagli utenti per il monitoraggio della salute sessuale, come quelle diffuse da Clue e riprese da diversi media internazionali, indicano una riduzione dei comportamenti intimi dichiarati durante i giorni natalizi. Attorno al 31 dicembre, invece, risale.

La spiegazione sta nel contesto. Natale riempie le case, moltiplica le presenze, riduce gli spazi di autonomia. Capodanno funziona al contrario: meno tavole affollate, più uscite serali, rientri tardivi, interazioni più selettive. Cambiano i luoghi e cambiano le condizioni di privacy.

Non è un ribaltamento, ma uno scarto. Sufficiente però a rendere la notte del 31 diversa dalle altre feste. Più leggera sul piano organizzativo, più favorevole a ciò che richiede tempo e spazio. È anche per questo che continua a essere caricata di aspettative, pur senza produrre effetti duraturi.

Più desiderio, meno conseguenze

Il passaggio dall’intimità alle conseguenze demografiche è quello in cui l’immaginario tende ad allungarsi troppo. Le serie storiche sulle nascite, in Italia e negli altri Paesi europei, non mostrano variazioni riconducibili a singoli eventi festivi. Nei mesi successivi a Capodanno non compaiono aumenti tali da incidere sui bilanci annuali.

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La spiegazione è strutturale. Nei Paesi a bassa fecondità, il legame tra sesso e procreazione è ormai debole. La contraccezione è diffusa, le scelte sono pianificate, le decisioni riproduttive seguono percorsi lunghi. Anche quando l’intimità aumenta, la fecondità resta ancorata a fattori che nulla hanno a che fare con una singola notte.

Alcuni segnali indiretti lo confermano. Studi basati su database sanitari, pubblicati anche sul BMJ, segnalano un aumento delle richieste di contraccezione d’emergenza nei giorni successivi alle festività di fine anno. Un indicatore coerente con rapporti più frequenti fuori routine, ma anche con la continuità del controllo sulle conseguenze. La distanza tra aspettativa e risultato nasce qui.

Quello che davvero si gioca a mezzanotte

Osservata senza sovrastrutture, la notte di Capodanno dice poco sull’anno che verrà e molto su quello che si è appena vissuto. Mostra quanto il desiderio dipenda dal tempo disponibile, quanto le relazioni reagiscano alla sospensione delle routine, quanto la sessualità abbia ormai una sua autonomia rispetto alla riproduzione.

L’idea che una notte possa “dare il tono” all’anno nuovo continua a circolare perché è leggera, facile da maneggiare, rassicurante. I dati non la confermano. Aiutano però a leggere perché continui a circolare. Capodanno concentra, per qualche ora, condizioni che durante l’anno sono sparse. In quello spazio più ampio, i comportamenti emergono con maggiore chiarezza.

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content.lab@adnkronos.com (Redazione)

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